La Lazio spera di riavere Ciro Immobile e Luis Alberto, intanto e caos dalla UEFA ed i calciatori in attesa potrebbero in ogni caso non giocare.
La Lazio aspetta il responso del tampone di Ciro Immobile e non solo. Anche Luis Alberto è un punto di domanda.
In effetti oggi in Champions League dovrebbe scendere in campo una Lazio decimata dal coronavirus. In Belgio, stasera contro il Club Bruges, c’è in palio il primato del girone dopo l’impresa contro il BVB.
Tuttavia Simone Inzaghi arriva alla sfida senza metà squadra, rimasta a Roma un po’ per l’infermeria ancora da svuotare del tutto, e un po’ per l’incubo covid. I primi dubbi sono scattati già ieri in mattinata alla rifinitura quando in campo erano scesi in 16. Poi la conferma all’aeroporto di Fiumicino, dove erano assenti Ciro Immobile, Luis Alberto, Lazzari e Anderson, oltre a Strakosha (già assente con il Bologna), Pereira, Leiva, Cataldi, Luiz Felipe, Armini ed Escalante.
L’esterno però è infortunato come Radu, Lulic e Vavro.
Solo Andreas Pereira, e forse Ciro Immobile (carica positiva bassissima, ai limiti anche per la più rigida Uefa), potrebbero andare in Belgio in caso di negatività.
Dunque, Ciro Immobile attende e potrebbe trattarsi in questo caso di un falso positivo. Andrebbe ad aggiungersi a Reina, Alia, Milinkovic-Savic, Marusic, Acerbi, Muriqi, Correa, Patric, Caicedo, Parolo, Akpa Akpro, Fares e Hoedt, ai quali sono stati aggiunti i giovani Furlanetto, Franco, Bertini, Pica e Czyz.
Dunque, molto probabilmente, saranno questi a scendere in campo stasera con in attacco spazio Correa-Caicedo con Muriqi pronto a subentrare. Non un disastro considerando che alla fine servirà giocare una gara molto intensa. In Europa i ritmi sono alti.
Intanto è bufera sulla UEFA per il protocollo e Ciro Immobile rischia di finirci di mezzo. La vigilia della sfida di Champions League contro il Club Brugge potrebbe trasformarsi in un caso europeo. Nell’occhio del ciclone adesso ci sono finiti i controlli della UEFA. Secondo l’edizione odierna del Corriere dello Sport, infatti, il modus operandi avrebbe lasciato molti dubbi visto che secondo il protocollo dovrebbe essere effettuato solo il tampone molecolare e non il sierologico. Questo diminuisce le possibilità di trovare i suddetti “falsi postivi” o asintomatici con una bassa carica virale. Per questo Ashraf Hakimi era risultato positivo anche se non aveva il Covid.
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