La Fiorentina ha ufficialmente cambiato guida tecnica: Rocco Commisso ha affidato la panchina a Cesare Prandelli.
La Fiorentina ha scelto Cesare Prandelli come nuovo allenatore. Il tecnico lombardo è tornato sulla panchina Viola a 10 anni di distanza dall’ultima volta. Rocco Commisso, vulcanico presidente della Fiorentina, ha scelto di sollevare Beppe Iachini dall’incarico e di affidarsi a Prandelli.
Il nuovo allenatore della Fiorentina, nella consueta consueta conferenza stampa di presentazione, ha parlato degli obiettivi del club e di quello che cambierà rispetto alla precedente gestione.
“Con Beppe ci siamo abbracciati, mi dispiace per lui. Mai avrei pensato di prendere il suo posto. Ho trovato la dirigenza molto coesa, decisa e determinata, condizione determinante per fare bene. Negli ultimi 15 anni ho sempre avuto il pensiero per la Fiorentina, penso di essere stato l’unico allenatore a fare per due anni l’abbonamento. Firenze mi ha sempre voluto bene e spero di dare tanto in questi mesi. Se si toglie il romanticismo, la vita diventa noiosa. Vivo di sentimenti e provo un amore profondo per questa società.
Condizioni particolari? “No, nessuna condizione: mi sono messo a disposizione. Qui ho una doppia responsabilità, come allenatore e come tifoso. Dobbiamo capire noi dove siamo e cosa vuole la gente, serve grande rispetto“.
UFFICIALE – Fiorentina, Prandelli nuovo allenatore
Il modulo? “Qualche idea ce l’ho ma voglio prima confrontarmi con i giocatori prima di fare eventualmente qualche cambio“.
Kouamé e Amrabat? “Non considero Kouamé una prima punta ma più una seconda punta. Amrabat non è un regista classico, ha qualità straordinarie e può occupare anche quella posizione davanti alla difesa. La Fiorentina ha ottime basi“.
Perché sono tornato? “Suggerimenti di cuore e istinto. Non sarei mai andato via. Sono tornato anche per riprendere un certo discorso, perchè la potenzialità della piazza e di una società che vuol cercare di essere all’altezza è una sfida importante“.
Commisso? “Mi ha detto che secondo lui la squadra è buona, l’ho trovato molto positivo e molto sul pezzo. E’ distante fisicamente ma molto presente. Mi ha sorpreso positivamente la sensibilità umana sua e di Joe Barone. Mi hanno detto che prima di iniziare avrebbero voluto parlare con Beppe e ringraziarlo“.
Fiorentina, Commisso: “Basta Iachini, benvenuto Prandelli”
Il senso di appartenenza? “Basta vivere la città e sentire gli umori. Ma soprattutto la squadra che indossa questa maglia deve uscire sempre a testa alta, dobbiamo togliere tutti gli ostacoli mentali e avere il coraggio di fare le cose. La tifoseria è molto pretenziosa ma è giusto che sia così. Siamo Firenze, i fiorentini non vogliono sentirsi inferiori a nessuno. Difficoltà ne troveremo molte, non ho la bacchetta magica, ma se partiamo dalla base di un senso di appartenenza è già una base straordinaria”.
I ricordi? “Per 4 anni e mezzo è stato un rapporto improntato al rispetto, la fiducia e la voglia di fare sempre meglio. Il mio sogno è quello di proporre una squadra coraggiosa e propositiva, che si gioca la partita con tutti. Non ho nessuna aspettativa per il futuro, ma sono convinto di avere una buona squadra“.
Errore che non devo commettere? “Sarà importante non avere troppa esuberanza, iniziare con pochi principi chiari. Nel momento in cui saranno acquisiti si può lavorare per migliorare anche a livello individuale. Per i giocatori è una giornata traumatica, molti erano legati a Beppe, devo cercare di non essere troppo esuberante“.
Obiettivo parte sinistra della classifica? “Sì ma deve essere solo una partenza, non un arrivo. Questa squadra ha ottime potenzialità e mi auguro di tirarle fuori, poi non dovremo accontentarci. In questo momento dobbiamo essere pratici senza sognare troppo, ma lavoreremo in questo senso“.
Batistuta nello staff? Lo chiamerò dopo, non l’ho ancora sentito per questioni di fuso. Per me può essere un valore aggiunto, l’ho sempre detto anche a lui. Il suo carisma e la possibilità di essere allenati da lui può essere importante per gli attaccanti. In questo momento non è un discorso praticabile ma potrebbe esserlo più avanti.
Ribery? “Non ci ho ancora parlato, gli chiederò se si ricorda qualcosa di quel furto in Champions col Bayern, gli dirò che è un “mariuolo” (ride, ndr). E’ un campione meraviglioso che ci può fare la differenza, ma non possiamo cercare di dare sempre la palla a lui e aspettare che inventi la giocata”.
Difesa a 4? “Ormai quando si parla di sistema di gioco si parla del posizionamento in fase difensiva, ma poi c’è lo sviluppo di gioco. La mia idea è capire se i giocatori sono presupposti a recepire un’altra soluzione. La squadra deve essere preparata a tutti i sistemi di gioco per cambiarli anche a gara in corso”.
Traghettatore? “Chiamatemi come volete, io voglio fare questo lavoro in maniera importante. Sono in una società che ha sempre privilegiato la meritocrazia, ma non penso minimamente al futuro”.
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