Cristiano Ronaldo (www.gettyimages.it)
Juventus-Torino è una gara molto sentita in città: come spesso accade per i derby, ci sono anche tanti episodi da moviola.
Anche quest’anno, come nella migliore tradizione di Juventus-Torino, ci sono tanti episodi da moviola. Il primo avviene al 35′: su calcio d’angolo battuto da Cuadrado Ansaldi salta con poca coordinazione e tocca il pallone con il braccio, prima di allontanarlo con la gamba.
Il VAR controlla l’episodio ma non ravvisa alcuna irregolarità. Anche l’arbitro Orsato decide di lasciar correre. Il tocco è evidente, ma la decisione appare in linea con le più recenti interpretazioni arbitrali.
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Al 58′ altro episodio dubbio, il rigore annullato di Juventus-Torino: tiro di Cuadrado dalla distanza, pallone in reta. Dopo alcuni secondo però l’arbitro Orsato viene chiamato al VAR: c’è Leonardo Bonucci in fuorigioco sulla traiettoria del pallone. La rete viene giustamente annullata non tanto perché il difensore bianconero ostacola la visuale di Sirigu, ma perché col suo movimento impedisce a Lyanco di intervenire sul pallone.
Terzo ed ultimo episodio controverso il rosso mancato a Lukic: è il 76′ quando il serbo, entrato da qualche minuto, si fionda verso Bentancur con il piede a martello. L’arbitro estrae il giallo fra le proteste bianconere: i padroni di casa infatti si aspettavano un rosso ed il replay restituisce in effetti al meglio la veemenza dell’intervento.
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Andrea Pirlo vince il suo primo derby in rimonta: merito dei gol di McKennie e Bonucci, che ribaltano il vantaggio iniziale di Nkoulou. Il centrale granata sblocca la tenzone al 10′ minuto, approfittando di un rimpallo favorevole in area di rigore, insaccando da pochi passi.
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Da quel momento comincia l’assalto bianconero, che passa attraverso rigori negati e gol annullati, per concludersi però con un vittoria attraverso due gol simili. Al 77′ McKennie insacca di testa su cross di Cuadrado, replica con un’azione praticamente identica Bonucci, che segna al 89′. Lo schema è chiaro: su calcio da fermo, la Juve sposta il padrone all’indietro per far salire la difesa avversaria, per poi sorprenderla con inserimenti sul secondo palo.
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