La Juventus cade con il Benevento, Agnelli rischia di toppare dopo aver scelto Pirlo alla guida tecnica. La società bianconera è coinvolta, per la prima volta nel suo recente passato, nella corsa allo Scudetto, guardando da lontano la cima da lontano. Una situazione anomala per l’ambiente bianconero considerando i nove recenti Scudetti, arrivati quasi tutti con estrema facilità, dominando in Italia e con un occhio direzionato verso l’Europa.
La Juventus rischia di veder fallire il progetto di Agnelli. La società bianconera non si è mai nascosta e non lo ha fatto neppure il suo presidente, Andrea Agnelli. Il patron bianconero, ossessionato dalla vittoria – alla Juve non è un dettaglio – ha provato qualsiasi cosa pur di ampliare la bacheca e portare a casa il trofeo tanto prestigioso, della Champions League. Come se il “solo” Scudetto non bastasse, l’interruzione di più progetti vincenti, per mettere le mani sul più ambito dei trofei. Ma a quanto è servito separarsi da tre allenatori, mentre le altre – anche se a rilento – hanno mosso passi importanti verso lo Scudetto?
Andrea Agnelli rischia di fallire con Pirlo. Il mancato Scudetto e un posto in classifica dal terzo posto in giù, è un’ipotesi che non si può più scartare, per fine stagione. A 11 partite dalla fine, l’Inter rischia di poter seriamente porre fine ad un ciclo.
Un ciclo che avevano portato avanti Conte, Allegri e Sarri. Con Max Allegri di tempo ce n’è stato e il tentativo di Agnelli, di provare ad osare oltre i cinque anni con il tecnico, è stato fatto. Con Conte e Sarri, tempo non ce n’è stato. Tre gli anni con Antonio Conte che ora, rischia di strappare lo Scudetto ai suoi rivali, un solo anno con Sarri, a cui tempo non è stato praticamente dato.
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Eppure, il titolo in campionato, è arrivato al primo colpo. Nessuno dei due allenatori, né Conte, né Sarri, avevano mai vinto lo Scudetto, prima dell’esperienza Juve. La scelta di Agnelli – vincente – nello scegliere il tecnico giusto per vincere e magari con un po’ di tempo e un po’ di perseveranza, l’obiettivo Europa poteva maturare. Quello di Pirlo, almeno stando ai numeri odierni, è un fallimento.
Dopo 27 partite giocate, solo la Juventus di Conte nella stagione 2011/2012 fece meno dei 55 punti attuali di Andrea Pirlo. Eppure, in quell’annata, i bianconeri inseguivano un Milan che poi avrebbero agguantato e superato, con un distacco che dopo 27 partite era di soli 4 punti. La distanza dall’Inter preoccupa l’ambiente bianconero, considerando i numeri che somigliano più alla Juve del duo Ranieri/Ferrara, del 2009. Dopo ventisette partite, nel 2008/2009, la Juventus era a quota 56 punti, uno in più di quello attuale. Un decennio fa la Juventus era distante dall’Inter, in questo momento di campionato, di 7 punti. La mossa vincente, per mettere le mani sul titolo, quando Agnelli ha poi mosso i primi passi da patron bianconero, andando dritto su Conte. Ma l’ossessione per la Champions, sta ora pagando.
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Conte, Allegri e Sarri, con l’ultimo tecnico che non ha avuto nemmeno il tempo per incidere, dopo un’annata che si è interrotta in maniera anomala, nel bel mezzo del cammino europeo, causa Covid. La scelta di Pirlo, che partiva da zero, per tentare nuovamente di mettere le mani sul trofeo europeo. E facendo due conti, forse, vincere ogni anno non era poi così male.
A cura di: Simone Davino.
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