Rodrigo De Paul lascia l’Udinese. Dopo aver impressionato tutti in Serie A, il calciatore a fine stagione dirà addio durante il mercato alla squadra della famiglia pozzo per giocare…in una big
Calciomercato Udinese: via De Paul, intervista completa
Rodrigo De Paul, attaccante dell’Udinese, ha parlato di mercato e del suo futuro nel corso di un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport:
«Quel che dovevo dire l’ho detto al club, al procuratore. Ma non so dire di più. Ormai mi sono abituato a tutte queste notizie sul mio conte. Qui però la gente mi vuole bene e io son qui a lottare come capiano».
Premier, Liga o la Serie A?
«Le guardo tutte. Ma proprio non ci ho pensato. E’ vero che ci sono parecchi club che hanno chiamato, ma ho in testa domenica».
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Mercato Udinese: De Paul all’Inter? Prima da avversario
Queste le parole di Rodrigo De Paul, avversario dell’Inter prima del possibile arrivo a Milano nel calciomercato 2021.
Inter?
«All’andata difendemmo di squadra. Vorremmo chiudere la stagione tenendo inviolata la porta di Juan Musso contro i campioni. Magari arrivasse un mio gol, su punizione, una cosa che mi manca in questa stagione. Con l’Argentina mi è vietato: tira Leo Messi, il migliore».
27 anni lunedì, serve un regalo?
«Una grigliata a casa. Staremo molto attenti, perché questo virus è stato un problema ma i miei compagni di squadra saranno invitati. E a Camila, la mia compagna, chiederò una ciocco-torta buonissima che sa fare lei. L’unico rammarico è non poter avere qui la mamma, la nonna Alicia, i fratelli».
Le ultime sul rapporto tra De Paul e l’Udinese
De Paul ha parlato della sua cessione e dell’Udinese, club nel quale è cresciuto.
Pozzo?
«Un padre. Questo è. II presidente mi vuole bene e si mette sempre a disposizione. Lo festeggeremo oggi, con un bel regalo di squadra».
Gotti come un papà?
«Il primo giorno in cui ci allenò me lo ricordo bene. A volte stava da solo per pensare. Gli ho detto subito che gli avrei dato una grande mano. È bravissimo a preparare le partite. Siamo cresciuti con lui. Ci siamo aiutati e ancora oggi vado nel suo ufficio per parlare solo di calcio».