Un Mihajlovic senza freni vuota il sacco in un’intervista fiume rilasciata ai giornalisti presenti al Festival dello Sport di Trento.
Bologna, le parole di Mihajlovic
Il tecnico della Bologna è sempre stato un tipo sopra le righe. Oggi, approfittando della sosta per le Nazionali, Sinisa Mihajlovic ha raccontato di quando ha picchiato 2 tifosi durante un lungo incontro coi giornalisti presenti al Festival dello Sport, con i quali ha parlato anche di come si è rapportato rispetto alla tematica del razzismo.
Un tema che purtroppo torna di attualità, dopo gli insulti a Kalidou Koulibaly. Ecco il pensiero del mister: “A Firenze per i miei tifosi ero uno zingaro di merda, ma visto che io preferisco l’odio all’indifferenza, mi divertivo, era bello. Là ero odiato proprio da tutti, a Bologna no. Ne ho picchiati 2, uno in tribuna e l’altro in città. In campo è un conto, devi giocare e far finta di niente. Di persona è un’altra cosa…”.
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Mihajlovic e l’arte della difesa
Chicché se ne dica, per Mihajlovic, anche in campo un po’ bisogna picchiare. Al massimo ci si può dividere i compiti, ma il difensore centrale, per essere tale, secondo il serbo deve fare paura. “Oggi non si può più fare“, scherza il serbo, “io e Couto minacciavamo, o picchiavamo, non potevi fare entrambe le cose, altrimenti ti beccavi un giallo. Così ci dividevamo i compiti. A Stam invece bastava guardarlo, metteva paura già così”.
“Ebbe uno screzio con Inzaghi, che voleva fargliela pagare, poi entrò nello spogliatoio l’olandese, si tolse la maglia, era un armadio, e Superpippo cambiò idea. Oggi è diverso, ogni contatto è fallo, non c’è più gusto”.
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Mihajlovic e Berlusconi, non solo risate
Non è mai arrivato a picchiare Berlusconi, ma Mihajlovic ha avuto un rapporto complicato anche con lui. Ecco quanto raccontato dal mister: “Sono onorato di aver allenato il Milan, e ricordo le serate a ridere assieme al presidente. Ma lui vuole sempre comandare e si era creata una sorta di incompatibilità, visto che non mi piace farmi mettere i piedi in testa“.