Inchiesta sul calciomercato: nel mirino club e procuratori sportivi. La Guardia di Finanza è in azione, al vaglio degli investigatori ci sono varie trattative.
Una vera e propria tempesta, l’ennesima verrebbe da dire, si abbatte sul mondo del calcio. Protagonista, questa volta, è il settore del calciomercato. La Guardia di Finanza, su indicazione della procura di Milano, ha eseguito perquisizioni negli uffici di alcune società italiane.
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“Qui crolla il calcio” è l’espressione usata dal quotidiano Libero per descrivere la portata della vicenda. Rovistati anche gli uffici di due agenti sportivi, tra i più noti in Italia e in Europa. Si tratta di Pietro Chiodi, che ha tra i suoi assistiti l’allenatore Eusebio Di Francesco e alcuni giocatori che militano in Italia come i rumeni Marin, Chiriches e Tatarusanu.
Un altro procuratore, attenzionato dalla Finanza, è Fali Ramadami, considerato tra i più potenti nel settore. Protagonista di tantissime trattative, è considerato il Mino Raiola dell’est Europa. Tra i suoi assistiti spiccano, tra i tanti, nomi come Federico Chiesa, Miralem Pjanic, Kalidou Koulibaly e Ante Rebic.
Entrambi gli agenti, sono indagati per riciclaggio e autoriciclaggio e una dichiarazione fiscale omessa. L’inchiesta è nata a seguito di operazioni relative a trattative di calciomercato che vedono coinvolti i calciatori e undici club, le società però non risultano indagati alla procura.
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Protagonista di questa indagine è il pm Giovanni Polizzi che ha preso in carica questa operazione ed ha setacciato contratti e documentazioni, relativi ai pagamenti, nelle sedi dei club. Undici le società perquisite: Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma, Fiorentina, Verona, Spal, Torino, Cagliari e Frosinone. Dalla Guardia di Finanza sono state acquisite le documentazione relative ai contratti stipulati dal 2018 e inoltre tutte le caselle email ufficiali dove emergano contatti avuti con Ramadani e con le società a lui collegate.
Tante trattative di mercato: da Chiesa a Pjanic fino a Koulibaly. Inoltre ci sono anche altri affari che vedono coinvolti giocatori minori. L’accusa è quella che i proventi delle mediazioni non venivano posti a tassazione italiana ma passavano per paesi stranieri con aliquote fiscali favorevoli.
Anche in Spagna si è svolta un’inchiesta molto simile a quella italiana che vede coinvolto sempre Ramadani. Secondo la procura di Milano, “in Italia esiste un sistema operativo stabile molto occulto nel settore della mediazione sportiva”.
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