De Zerbi, tecnico dello Shakhtar Donetsk, ha parlato nel corso di un’intervista concessa a DAZN in serata.
Shakhtar, De Zerbi: “Mi è cambiata la vita oggi”
“Ci aspettavamo e ci potevamo aspettare qualcosa perchè leggevamo i siti prima e guardavamo le notizie dal mondo. Non ci aspettavamo questa escalation. Questa mattina e oggi mi è cambiata la vita, si è sentito qualche aereo volare. Non siamo vicino alle finestre e siamo chiusi in hotel con tutto il mio staff. Siamo 8 persone, nove con me, ed i giocatori brasiliano che sono 13 con famiglie e figli piccoli. I calciatori ucraini sono nelle loro abitazioni. Noi siamo venuti per fare calcio, quando ci daranno rassicurazioni sulla gara di sabato giocata al 70% poi devi fare una scelta. O lasciare la squadra ed i calciatori ucraini e metterti in salvo o rispettare gli impegni fino a quando non hanno sospeso il campionato”.
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De Zerbi ha deciso di non andare via
De Zerbi sulla guerra e sul campionato non sospeso:
“In realtà è iniziata prima la guerra che la sospensione del campionato. Qualche errore è stato fatto, bisognava interrompere e saremmo andati via”.
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De Zerbi a Sportitalia
Roberto De Zerbi ha parlato anche a Sportitalia della scelta di allenare a Kiev:
“Abbiamo scelto di restare in Ucraina con ansia e paura, ci avevano detto che al 70% si poteva giocare a Kharkiv, a 30 km dal confine russo. Ora con i bombardamenti è tutto sospeso e siamo in attesa delle parole dell’ambasciata italiana, per capire come muoverci. Confidiamo nell’aiuto del Governo. Nessuno è eroe. Rifarei la scelta di restare, ma mi farei sentire con più forza dalla federazione ucraina: quando Putin ha parlato si capiva già come stavano andando le cose”.