La pirateria subisce un duro colpo dopo la scoperta di svariate piattaforme illegali. Non solo le IPTV, multe salate sono state indirizzate anche agli “utenti” che usufruivano di questi servizi. Ecco come sono stati rintracciati.
IPTV scoperte: pirateria all’angolo
I servizi di pirateria hanno da sempre ricoperto il ruolo di antagonista principale delle Pay TV. Piattaforme come Sky e Dazn, infatti, promuovono spesso campagne contro l’utilizzo di questi servizi, che sono veri e propri ISP (Internet Service Provider) i cui server permettono di far funzionare le IPTV illegali. La pirateria è stata però combattuta e battuta, essendo stata colta in flagrante dalle autorità di competenza italiane.
La Guardia di Finanza, nello specifico il nucleo che si occupa di frodi e tutela per la privacy, sarebbe riuscita a scovare piattaforme che trasmettevano questi servizi in maniera illegale, chiudendole ed oscurandole in maniera repentina.
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IPTV illegali: multe per gli utenti
La Guardia di Finanzia ha repentinamente scoperto alcune piattaforme IPTV chiudendole ed oscurandole. Nello specifico, la forza di polizia italiana avrebbe rintracciato ben 500 risorse web e 40 canali Telegram, dove più di 20.000 persone usufruivano dei servizi illegali offerti. La Guardia di Finanza, però, ha subito iniziato il processo d’identificazione di questi “utenti”, i quali saranno multati con sanzioni da circa 1000€.
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IPTV illegali: il comunicato di Sky all’operato della GdF
La piattaforma televisiva dell’omonima azienda è una dei principali testimonial alla lotta contro la pirateria in Italia. Sky ha infatti commentato prontamente l’operato della Guardia di Finanza sostenendo a pieno l’autorità di polizia italiana nell’espletamento delle sue funzioni. La piattaforma ha anche commentato dicendo che: “Accogliamo con favore l’ultima di una serie di operazioni sempre più efficaci della GdF volte a porre fine a questo fenomeno illegale non solo italiano, ma internazionale. La pirateria non solo finanzia la criminalità organizzata, favorendola a discapito delle industrie creative, ma comporta anche dei rischi per gli utenti che ne fanno uso.”
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