Caos in casa Spezia: uno dei membri del club è finito sotto processo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione. Ecco come faceva.
Lo Spezia è stato travolto da una vera e propria bufera in queste ultime settimane. Il club ligure, infatti, è diventato protagonista, in negativo, di una faccenda che poco gioverà alla sua immagine, visto che ha a che fare con uno dei temi sociali e storici più importanti degli ultimi anni.
Alcuni dei dirigenti dello Spezia sono stati infatti accusati di aver favorito l’immigrazione di alcuni giocatori africani, tra l’altro minorenni, aggirando le leggi italiane che regolano, per l’appunto, questo tipo di tesseramento per i giocatori extracomunitari.
In mattinata si è anche tenuta la prima udienza in merito a questo spiacevole episodio che vede coinvolte ben quattro persone, due delle quali sono proprio ex dirigenti dello Spezia.
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Uno spiacevole episodio incombe sullo Spezia che, in un inizio di stagione tutt’altro che semplice da un punto di vista di risuolati, si trova a fronteggiare anche problemi extra-calcistici di rilievo.
Due ex dirigenti dello Spezia sono stati infatti accusati di favoreggiamento all’immigrazione. I due in questione sono Luigi Micheli e Claudio Vinazzani, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex responsabile del settore giovanile del club ligure.
Stando a quanto motivato dall’accusa, i due dirigenti sono colpevoli di aver raggirato la legge italiana sull’immigrazione per portare in Liguria, tra il 2013 al 2017, ben 13 giocatori nigeriani minorenni, alcuni dei quali sono anche diventati calciatori professionisti nel corso degli anni. Vinazzani è stato nello specifico accusato perchè selezionatore dei giovani africani da portare in Europa, mentre Micheli perchè firmatario di quei documenti necessari per far arrivare in Italia i giovani calciatori.
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Sui 13 giocatori nigeriani accolti in Italia tra il 2013 ed il 2017 dallo Spezia alcuni hanno anche giocato in Serie A. Tra questi c’è Sadiq Umar, ex Roma, oggi in forza alla Real Sociedad, e David Okereke, che tutt’ora gioca in Italia alla Cremonese.
Entrambi sono dunque coinvolti nelle indagini, ma non sono indagati.
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