Raphael Dwamena calciatore ghanese di 28 anni, ha perso la vita lo scorso fine settimana durante una partita della massima serie albanese, un medico ha svelato la verità sulla sua morte prematura.
La morte di Raphael Dwamena avvenuta lo scorso sabato durante una partita di calcio in Albania, ha scosso il mondo sportivo. A soli 28 anni il giovane calciatore ghanese ha perso la vita sul terreno di gioco, lasciando un vuoto nel cuore dei suoi familiari, dei tifosi e della comunità calcistica internazionale.
Dwamena ha trascorso gran parte della sua carriera giocando in diversi paesi europei, tra cui Austria, Svizzera, Spagna, Danimarca e Albania. Con nove gol segnati in dieci partite era attualmente il capocannoniere nella Kategoria Superiore albanese con la maglia dell’Egnatia.
Dietro la promettente carriera sportiva di Dwamena però si celava un oscuro segreto: gravi problemi cardiaci. Già nel 2019, questi problemi impedirono il suo trasferimento dallo Zurigo al Brighton, con il prezzo del suo cartellino già fissato a 12 milioni di euro.
Il dottor Antonio Asso Abadia, cardiologo che ha seguito Dwamena durante il suo periodo al Saragozza in Spagna, ha inviato una lettera aperta al giornale Heraldo de Aragon contenente dettagli sconvolgenti sulla condizione cardiaca del giocatore. “Conobbi Dwamena nell’ottobre del 2019“, scrive il dottor Asso, “quando il medico del Saragozza mi chiese un parere preoccupato per i frequenti giramenti di testa sofferti dal giocatore nelle ultime partite“.
Il medico ha spiegato che dopo la visita a Dwamena decise di applicare al ragazzo un minuscolo monitor sottocutaneo, monitor che aveva rivelato gravi aritmie ventricolari durante le partite successive giocate dal giovane ghanese. Nonostante gli avvertimenti e la raccomandazione di smettere l’attività sportiva professionale, Dwamena optò per l’impianto di un defibrillatore pur di provare a continuare il suo sogno.
“Raphael era un gran ragazzo, nobile e con uno sguardo pulito“, ha ricordato il dottor Asso. “Si fece mettere il defibrillatore e lasciò la Spagna. Poi l’ho perso di vista. Un paio di anni fa mi dissero che durante una partita il defibrillatore gli aveva salvato la vita“.
Dwamena però aveva altri programmi per la sua vita e così decise di affidarsi alla volontà divina togliendosi quel defibrillatore sottocutaneo che gli aveva salvato la vita. In un’intervista al giornale svizzero Neue Zurcher Zeitung dichiarò: “Se muoio, è per la volontà di Dio. Me ne vado e basta, dimenticato“. Il dottor Asso ha espresso il suo rammarico per la tragica fine di Dwamena, sottolineando che se il giocatore non avesse rimosso il defibrillatore, potrebbe essere ancora vivo.
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