Si può restare delusi da un ambiente nel quale non ci si riconosce più. Tutti i dettagli di una storia sorprendente.
Se il nostro lavoro è anche una nostra passione, per cui abbiamo fatto tante rinunce e compiuti innumerevoli sacrifici, decide di voltare pagina è ancora più doloroso. Parliamo di scelte molto complesse, irreversibili, che hanno ricadute consistenti anche sulle persone a noi più care, in primis la nostra famiglia.
Decidere di appendere gli scarpini al chiodo, prendere questa decisione consapevoli che si potesse ancora dare molto, rappresenta un’eccezione in un mondo nel quale, pur di guadagnare qualche euro in più, magari si accetta di non vedere mai il campo, incassando un lauto stipendio da pure spettatore, senza neanche troppa voglia di prendere parte allo show.
La storia che vi stiamo per raccontare riguarda un amante del pallone che ha iniziato a giocare nella squadra della sua città, Cremona. Primi calci nel settore giovanile grigiorosso, esodio il 30 ottobre 2010, gara intera da titolare nell’1-1 interno contro la Salernitana, Lega Pro. Alessandro Favalli, un giorno prima del suo 31-esimo compleanno, con un lungo post su Instagram ha annunciato il suo addio al calcio. Lo scorso 1 luglio si era chiusa la sua avventura al Siena.
Favalli saluta tutti: “Dico basta: non credo più a questo calcio”
Sperava che qualche porta si riaprisse, in fondo lui è sempre stato un giocatore affidabile. Mancino, da terzino o da centrocampista di fascia non ha mai tradito. Non parliamo di un top player o di una promessa mancata, ma di un atleta che il meglio l’ha raggiunto nella stagione 2017-2018, indossando in serie B la maglia della Ternana: 1 gol e 4 assist in 32 partite. Alessandro Favalli, con le divise di Cremonese, Catanzaro, Perugia, Reggiana e Cesena, ha assaporato il calcio vero. Quello con pochi riflettori e stipendi sì dignitosi ma di quelli che non garantiscono più generazioni. Nel suo messaggio social lo sconforto è palese.
Il calciatore ricorda i 13 anni di vero professionismo. “Sì con la P maiuscola”, rimarca orgoglioso, ribandendo come principi quali “Impegno, Sacrificio, Umiltà e Serietà”, resteranno gli stessi anche nella sua vita senza cuoio. Di fatto il nostro si sente abbandonato dal calcio, parla sia di raccomandati, sia della scelta di dover far giocare per forza ragazzi Under che in realtà non meriterebbero di rubargli il posto.
Sul suo profilo, dopo aver bastonato presidenti e allenatori troppo spesso improvvisati, scrive: “Eccoci qua, a dire basta”. L’ex Parma aggiunge: “Mi piange il cuore e mi viene il magone, perché so avrei potuto dare ancora tanto per altri anni”. D’ora in poi gli scarpini ora li userà solo per giocare con gli amici, l’ultimo pensiero è alla sua famiglia. Favalli vuole dare sicurezza e serenità ai figli, 13 anni di calcio vero sono il passato. Rimpianto ma pur sempre il passato.
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