La terribile notizia, che ha sconvolto tutti, è stata diffusa alla fine della partita giocata dal club per il quale il dirigente lavora.
Ci sono persone che, grazie ad una presenza nel mondo del calcio che persiste da quasi 40 anni, sono riconosciute universalmente come delle istituzioni. Personaggi che hanno resistito a qualunque scandalo, o inchiesta, o presunta illazione, uscendone sempre dalla parte dei giusti. Di quelli che sono senza macchia, oltre che competenti e abili dirigenti spesso in grado di fare la fortuna dei club che li hanno ingaggiati.
Tra questi, la figura di Giorgio Perinetti è tra quelle che anche i nostalgici ricordano con piacere perché legata ad un certo tipo di calcio che non c’è più. La capacità di adattamento al cambiamento e la comprovata bravura nell’esercizio delle proprie funzioni ha consentito al 72enne romano di restare sulla cresta dell’onda, tranne brevi parentesi annuali, sin dal lontano 1986. Quando Perinetti – alla fine di un lungo percorso dirigenziali nelle Giovanili della Roma – divenne Ds della prima squadra.
Da lì inizia un percorso fatto di tantissime collaborazioni – il più delle quali da Direttore sportivo, ma senza disdegnare ruoli da Direttore generale – spalmate tra società di A e club della cadetteria. Perinetti, un vero giramondo del calcio, si era legato la scorsa estate all’Avellino, il club campano con forti ambizioni di promozione in Serie B.
Nella serata di mercoledì 29 novembre però, allo stadio Partenio-Adriano Lombardi, in occasione del match dei Lupi conto la Juve Stabia, valido per la Coppa Italia di Serie C, il dirigente non c’era. Era a Milano, ad assistere la figlia Emanuela, 34 anni, negli ultimi istanti della sua vita.
Apprezzatissima figura del mondo dello sport e del calcio in particolare, la secondogenita del dirigente romano si era laureata alla LUISS in Innovation Management, conseguendo anche un master. Dopo il suo ingresso nel mondo del lavoro nel settore del marketing e nella comunicazione del settore bancario, si era lanciata nel mondo del calcio, seguendo la passione del padre. Inserita nel 2018 tra le 150 donne più influenti del digital italiano, Emanuela si era fatta una fama invidiabile grazie al suo ruolo di Influencer Marketing Manager.
La malattia con la quale lottava da tempo l’ha stroncata a soli 34 anni, spezzando una vita ricca di successi e dilaniando l’animo del padre, che nel 2015 aveva già dovuto dire prematuramente addio alla moglie Daniela Logiudice, deceduta il 5 giugno 2015 a 49 anni a causa di un tumore al seno.
Tante società di Serie A hanno espresso il loro sentito cordoglio all’amata figura di Giorgio Perinetti, con l’Avellino che, dopo la gara di Coppa Italia, si è chiuso in silenzio stampa come forma di rispetto nei confronti del dolore del dirigente.
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