Si è spento all’età di 78 anni un ex pilota che ha coltivato, lungo l’intera carriera, il sogno di prender parte ad un Gran Premio di F1
Se cercate la scheda biografica di Alberto Colombo, nato nel 1946 a Varedo, troverete la voce relativa alla sua carriera in Formula 1 valorizzata con un numero: 3. Come quello delle corse a cui ha preso parte, per lo meno in regime di qualificazioni alla griglia di partenza, nel corso dell’anno di grazia 1978.
Furono Gunther Schmidt, titolare della scuderia ATS, ed Arturo Merzario, capo dell’omonima casa costruttrice, a chiamarlo al proscenio in tre diversi weekend, corrispondenti coi Gran Premi di Belgio e Spagna, con la vettura tedesca, e per la corsa di Monza, a due passi da casa sua, con la macchina italiana.
Dopo una carriera fatta di gavetta, di corse in Formula 3, quando vinse il campionato italiano nel 1974, e in Formula 2, quando ottenne un secondo posto alla fine dell’anno dietro solo ad un certo Riccardo Patrese, il pilota brianzolo ebbe la grande opportunità di coronare il sogno di tutti. Quello di prender parte ad un vero Gran Premio di Formula 1 assieme ai giganti dell’epoca.
La storia ha raccontato che Colombo non riuscì a realizzare il suo desiderio. In tutte e tre le occasioni la vettura messa a sua disposizione non gli consentì di ottenere la qualificazione alla corsa della domenica. Vicino a coronare il sogno di una vita, Colombo tornò nelle categorie minori, restando però attaccato al mondo delle corse anche una volta appeso il casco al chiodo.
Non era uno che passava inosservato, Colombo. Look stravagante – una folta chioma di capelli ricci lo rendeva distinguibile anche in mezzo alla folla – il pilota lombardo era conosciuto nell’ambiente delle corse anche per i modi da vero gentleman. Nonostante poi, una volta salito a bordo della sua vettura, si trasformasse in un pilota aggressivo. Ma mai scorretto.
Dopo la fine della sua comunque apprezzabile carriera, accarezzò a lungo un altro sogno: quello di diventare costruttore, col progetto di una nuova vettura, la Riviera, che sarebbe dovuta nascere in collaborazione con l’ingegner Giorgio Valentini. A causa di problematiche di natura tecnica e finanziaria, il progetto svanì.
Impossibilitato a partecipare in prima persona alla ristrettissima cerchia delle corse con le vetture di Formula 1, Colombo ci provò da Team Principal, senza però, neppure in questo caso, a riuscirvi.
Dopo aver combattuto a lungo contro un male incurabile, Colombo si è spento all’età di 78 anni, lasciando un vuoto nel cuore di tutti quelli che ricordano la sua intramontabile passione per il mondo delle corse, seguito con grande interesse anche negli ultimi anni della sua vita.
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